allegroconbiro
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La ballata del fu

Ed era sabbia e sassi, e spuma di mare.

Era ciglia nel vento, e occhi da baciare

Era chioma intricata come rete di pescatori

Era mani sudate, ferite, odori

Era il ballo finale, l’ultima festa

Era sole giallo, che picchia sulla testa.

Era volo a planare, di aironi e gabbiani

Era sabbia sottile, che scorre fra le mani

Era assenza improvvisa sotto la pelle

Era fiato succhiato, grandine, stelle

Era scorza di carapace, spessa, dura

Era pelle sottile di prugna matura

Era artiglio sul cuore, croce sul petto

Era lenzuola disfatte qui, nel mio letto

Era canto di cigno, o di sirena

Era rosario di vertebre sulla mia schiena

Era preghiera in gola, notti sfinite

Era giro di boa, oppure di vite

Era fresco libeccio, improvvisa bonaccia

Era baci come lacrime sulla mia faccia

Era volo sospeso, cadere di schianto

Era dormirsi addosso, respirarsi a fianco

Era una vela tesa, l’istante prima

Era morbida resa, piacere in sordina

Era risacca che afferra le caviglie

Era gorgo di mare, rumore di biglie

Era guerra, conquista, indomita impresa

Era battaglia persa, respinta l’offesa

Era dita che sgranano ricci e capelli

Era cercarsi a fondo, levare gli orpelli

Era gusto di legno, portato dal mare

Era sbranarsi piano, lasciarsi ammaestrare 

Era onda in tempesta, corrente, tracollo

Era stringere i denti, affondarli nel collo

Era tuffarsi in volo, cadere in apnea

Era giocarsi tutto, inseguirne l’idea

Era colare a picco, indulgere adagio

Era pioggia battente, un nubifragio

Era sale che brucia e punge la pelle

Era cielo, velluto, ricolmo di stelle

Era apice e crollo, cullarti stanco

Era dire non mollo, mostrarti il fianco

Era mani intrecciate, dolore al ventre

Era andare lontano, pensarti nel mentre

Era sangue che pompa, scivoloso al tatto

Era un vecchio inquilino, ormai sotto sfratto

Era prendere fiato, un profondo respiro

Era i carboni ardenti di un esperto fachiro

Era alba che scoppia nel cielo al mattino

Era restare accanto, averti vicino

Era cantico antico, fiaba moderna

Era parare colpi, tirare di scherma

Era bere alla coppa di seme e di vino

Era più di una scelta, era quasi destino.

 

Era stato e non è, adesso non più.

Era la nostra ballata dei fu.

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